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Holidays 2016

E’ giunto anche  per UX360 il momento di andare in vacanza. Colgo quindi l’occasione per dirvi che per una buona UX è essenziale cambiare i punti di vista, nella propria vita. Per essere al massimo della creatività, ogni tanto dobbiamo cambiare il punto di osservazione e lo si può fare con semplici passi. Cambiare le abitudini affinchè si possa avere un nuovo stimolo, degli spunti alternativi ed efficaci, deve essere un “must” per chi come lo UX designer deve creare e progettare. Si possono affinare le intuizioni, si può dare all’occhio una nuova prospettiva.

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Ma ora è il momento di staccare la spina, anche questo fa parte della UX, Buone Vacanze a tutti

Walter Fantauzzi

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Bootstrap e Jquery Accoppiata Vincente

Mi sono permesso di utilizzare un’immagine molte significativa presa in prestito da un film di Bud Spencer e Terence Hill, quale riferimento appropriato per questa accoppiata Bootstrap e Jquery. Un connubio perfetto per realizzare in tempi brevi un sito responsive e dinamico secondo i canoni attuali del web. Per chi fosse digiuno di web, questi due nomi rappresentano un’insieme di tool (di utensili) per snellire molto il lavoro del web designer.

porzione di codice bootstrap
Fig. 1

Bootstrap è un insieme di elementi grafici, stilistici, di impaginazione e Javascript pronti all’uso. Sono nati in seno a Twitter ad opera degli sviluppatori Mark Otto e Jacob Thornton. Ad oggi Bootstrap risulta essere un progetto indipendente a disposizione degli sviluppatori di tutto il mondo che sono liberi di utilizzare questo framework come base per i propri progetti web. Questo framework ci offre i una serie di mattoncini con cui costruire pagine web HTML5, completamente responsive, coerenti e funzionali.

L’utilità di Bootstrap è immediatamente evidente, soprattutto nella situazione attuale in cui le pagine web possono essere fruite su una miriade di dispositivi con caratteristiche diverse, quali Smartphone, Tablet e Personal Computer. Ci penserà Bootstrap ad occuparsi di mettervi a disposizione elementi di stile che permettono alla pagina di adattarsi al dispositivo utilizzando, al contempo, elementi di interfaccia comuni ai siti moderni per fidelizzare gli attuali users.

Bootstrap contiene essenzialmente 4 aree Scaffolding (o meglio l’impalcatura), css base, componenti (pulsanti, barre di navigazione, menu a discesa) e Javascript. Grazie al sistema Scaffolding, che ci offre tramite un sistema a griglia, possiamo con una serie di classi definire le aree e gli spazi nella schermata in modo matematico e fluido. In figura 2 viene mostrato uno schema a griglia generico a cui fare riferimento di tipo 12 colonne. Praticamente con la sola definizione di una classe in un div, per esempio class=”col-md-2″, avremo già una larghetta predefinita auto adattabile alla schermata.

Semplice vero?

sistema a griglia
Fig. 2

Il CSS base, contiene degli stili predefiniti per diversi elementi della pagina, come ad esempio i titoli (H1, H2,…), le tabelle, i pulsanti, gli elementi dei form, le immagini ecc… Con queste regole di stile la realizzazione di pulsanti in varie dimensioni, dai bordi smussati, con un effetto over diventa semplice e immediato. Lo stesso vale per la creazione di una tabella con righe a colori alterni. Nel primo caso, basta applicare una delle moltissime classi disponibili, come class=”btn btn-primary” o class=”btn btn-default btn-lg”, nel secondo, basta applicare alla tabella la classe class=”table table-striped”.

Le Componenti contengono elementi più complessi di pulsanti o tabelle, ma ormai molto comuni nei siti web. Ad esempio, gruppi di pulsanti, barre di navigazione, menu a discesa ed altro ancora. Tra questi sono compresi anche un set di icone, o meglio di glifi (dato che non si tratta di immagini ma di caratteri) di uso comune, messe a disposizione da Glyphicons. Le icone Glyphicons di solito sono a pagamento, ma il test distribuito con Bootstrap è gratuito. I creatori di Bootstrap suggeriscono a chi le usa di inserire, se possibile, un link al sito Glyphicon a mo’ di ringraziamento. Come avrete sicuramente già intuito, le icone si utilizzano tramite apposite classi.

Volete creare un pulsante base con l’icona di una stella? Semplicissimo, create il pulsante con la sua classe e al suo interno inserite l’icona che vi occorre con elemento <span> di una apposita classe:

<button type="button" class="btn btn-default btn-lg">
  <span class="glyphicon glyphicon-star"></span>
</button>

Mentre ancora più semplice sarà creare un menù a discesa

<div class="dropdown">
  <ul class="dropdown-menu" role="menu" aria-labelledby="dropdownMenu1">
    <li role="presentation"><a role="menuitem" tabindex="-1"  href="#">Uno</a></li>
    <li role="presentation"><a role="menuitem" tabindex="-1" href="#">Due</a></li>
    <li role="presentation"><a role="menuitem" tabindex="-1" href="#">Tre</a></li>
    <li role="presentation" class="divider"></li>
    <li role="presentation"><a role="menuitem" tabindex="-1"href="#">A</a></li>
  </ul>
</div>

Nell’ultima area, quella Javascript, sono contenuti diversi plug-in jQuery per realizzare effetti come transizioni, finestre modali, popup, carousel, accordion, tab. Anche questi plug-in sono semplici da usare e vi permettono di realizzare tantissime soluzioni interessanti.

In conclusione Bootstra + Jquery può essere un’ottima alternativa per la realizzazione di siti “on the fly” in tempi brevi.

Walter Fantauzzi

 

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Modus Operandi UX

Nel seguente articolo, la descrizione del mio approccio al mondo della User Experience. Le fasi ed il workflow utilizzati nelle mie progettazioni di UX e UI.

Fase 1: Il Workflow
Prototipizzare, misurare e ascoltare.
Sono le tre fasi essenziali per la realizzazione di un buon prodotto.

Le distinguo in questi tre tempi:

1. Realizzare un prototipo
2. Misurare i risultati Analizzare i feedback
3. Progettare

L’immagine seguente mostra l’andamento della fase progettuale. Partendo dal basso della piramide trovate i punti cardine alla base del mio processo lavorativo.

piramide
Fase 2: Paper Prototype
Il “Modus operandi” che utilizzo nella realizzazioni delle UX è di tipo piramidale.
Dopo l’intervista con il cliente e la definizione dei “goal” da raggiungere, il primo step che vado ad affrontare è quello del “Paper Prototype” ovvero uno schizzo su carta. Sarà pertanto il Paper Prototype la guida per definire al meglio, con il cliente, le funzionalità  e la navigazione dell’applicazione (o sito web). Parto dall’unità di misura che si definisce in MVP (Minimum Viable Product = Minimo Prodotto Fattibile), ovvero  realizzo l’applicazione volta per volta, partendo da una versione iniziale che racchiude un set minimo di funzionalità. Quest’ultime sono le caratteristiche indispensabili che soddisfano le richieste del cliente.

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Fase 3: Wireframe
Definito il processo di navigazione e la collocazione dei contenuti procedo alla realizzazione di un wireframe digitale con il software “Sketch”. L’utilizzo delle librerie o design pattern mi permette, in tempi brevi, di realizzare un wireframe o un diagramma di flusso ottimale. In questo modo avremo un timone da seguire, senza possibilità di perdersi durante la fase di realizzazione dell’app. Utilizzando invision app, rendo disponibile la “definition on done” (ovvero il progress lavori) a tutto il team di sviluppo.
Mediante questa applicazione posso condividere con i developer ed il cliente, lo status di ogni vista secondo degli step (in fase di review, fermo, fatto ecc…).

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Fase 4: Lo studio di fattibilità
Lo step successivo sarà realizzare uno studio di fattibilità con gli sviluppatori, per valutare tempi di realizzazione e processi scrum. Quest’ultima fase permetterà di avere un preventivo di tempi e costi per la realizzazione del prodotto commissionato. Una volta raggiunti gli accordi tra lo strato “developer” e quello delle “funzionalità” da realizzare procedo con la realizzazione visual.

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Fase 5: Visual Design
In questa fase realizzo l’interfaccia grafica (o meglio la UI) dell’applicazione. Definisco quindi i placeholder dei contenuti, i pulsanti, le immagini ecc… da posizionare sullo schermo. La progettazione del linguaggio grafico a volte estende quello già esistente dell’azienda. Utilizzo quindi colori, loghi e simbologie tipiche del cliente. Non raramente c’è la necessità di rivalutare la palette colori, definire nuovi simbolismi o addirittura un restyling del linguaggio grafico del brand. Il tutto per rendere l’applicazione ergonomica nel migliore dei modi.

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Fase 6: Prototipazione 2.0
Principal per la prototipazione animata è uno dei software più rapidi e realistici. Utilizzo questo ambiente per rendere tangibile l’esperienza d’uso ( o UX) da mostrare al cliente. Posso quindi analizzare se la mia UX è user oriented (ovvero incentrata sull’utilizzatore) o meno, così da valutarne eventuali modifiche o migliorie. Valuto se il raggiungimento dei goal sia soddisfacente, e ne monitoro i feedback o eventuali problematiche da migliorare.

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Fase 7: Asset
Una volta definita la veste grafica, lo studio di fattibilità con i developer e gli obbiettivi richiesti dall’utente, creo gli asset da passare allo sviluppatore. Lavorando in ambiente Creative Cloud, la funzione “collabora” da Photoshop CC mi permette di condividere tutti gli elementi grafici agli sviluppatori. Dai colori in esadecimale utilizzati, alle immagini o elementi grafici dell’interfaccia.
Bellissima ed utilissima è l’applicazione Slack, una sorta di chat collaborativa, con la quale posso condividere dettagliatamente un elemento grafico o non con il team di sviluppo. A volte propongo tramite reference visivi e porzioni di codice, animazioni dinamiche COCOA da poter applicare a gesture o eventi.

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Fase 8: Dead Line o No?
Sinceramente non credo esista una dead line per un’applicazione mobile o web. O meglio esiste uno step nel quale l’app deve andare online ma di certo non può morire così.

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Il mondo dell’informatica è in costante evoluzione pertanto anche le app ed i siti web, così come gli esseri viventi, devono avere un mutamento. Possiamo valutare molti case study da facebook a flipboard ed altri ancora.
Non credo che si possa definire un’applicazione “finita”, posso dire che è in constate mutamento.

 

Walter Fantauzzi